Oltre i confini italiani
AFFACCIARSI OLTRE I CONFINI
Tratto da un articolo di Giovenale Dotta su " Vita Giuseppina"
... I Giuseppini uscirono per la prima volta dai confini italiani nel 1904, quando misero piede a Bengasi, in Libia, ove gestirono per alcuni anni un orfanotrofio, con scuole professionali e colonia agricola. Quella presenza venne meno nel 1922, <<per le angherie massoniche>> delle autorità locali, che, come si sa, erano italiane, dopo la conquista della Libia da parte del nostro paese nel 1911-1912.
Alla fine del 1914 partirono i due primi giuseppini per il Brasile; essi, nel gennaio 1915, diedero inizio al loro apostolato a Quinta, diocesi di Pelotas, nello stato di Rio Grande do Sul. Nel 1922 la congregazione accettò la missione del Napo, in Ecuador, iniziando così una lunga e ancora attuale presenza, accompagnata da fatiche e pericoli, avventure e successi nel campo dell'evangelizzazione e della promozione umana.
Gli anni Trenta videro un'altra <<fugace>> presenza in Libia (1933-39) e soprattutto lo sbarco a Buenos Aires, in Argentina, evvenuto nel 1936. A Villa Soldati i Giuseppini presero possesso di una cappella, o meglio di una <<baracca di lastroni di ferro zincato dedicata a S. Biagio>>.
L'inizio dell'apostolato in Cile si dimostrava da subito impegnativo e promettente. L'ingresso nel Patronato S. Filomena, a Santiago, avvenne il 22 febbraio 1947: i confratelli erano incaricati anche del <<Politecnico>> (che contava più di 300 giovani dai 18 ai 20 anni), della scuola elementare, deell'azione cattolica e di vari altri gruppi.
Nel 1949 la congregazione entrò negli Stati Uniti d'America e poi per più di un decennio non ci furono nuove aperture all'estero, fino a quando, nel 1961, ebbe inizio la presenza in Spagna, con l'opera Siguenza. Fino agli anni Sessanta dunque, la congregazione aveva toccato il suolo di sette nazioni, oltre all'Italia...
Si può dire che alla fine degli anni Settanta sia cambiata la strategia della congregazione: si cominciò a puntare verso una maggiore diversificazione delle presenze, per rispondere al desiderio di missionarietà espresso da molti confratelli e da numerosi laici che gravitavano attorno ai Giuseppini, e anche per cercare nuovi <<sbocchi>> vocazionali in altre nazioni.
Le <<aperture>> degli anni Ottanta e Novanta erano il segno di un nuovo dinamismo che non scaturiva soltanto dal governo centrale della congregazione, ma anche e prima ancora delle realtà periferiche, cioè dalle province. Ecco allora i Giuseppini del Veneto partire verso la Sierra Leone (1979) e quelli della provincia piemontese verso la Guinea Bissau (1984). Nel frattempo la provincia ecuadoriana aveva cercato una propria espansione a Bogotà, in Colombia (1983).
Le comunità giuseppine della Sierra Leone hanno conosciuto gli orrori della guerra, la distruzione delle opere e la rischiosa progionia di vari confratelli tra il 1997 e il 1999, mentre anche la Guinea Bissau veniva insanguinata da violenti e prolungati scontri tra ribelli e truppe governative.
Nonostante queste prove, e talvolta a causa di esse, la congregazione continuava ad aprirsi ad altre nazioni: Messico (1990), Albania (1994), India e Romania (1998), Ghana (1999). Il carisma del Murialdo raggiungeva nuovi orizzonti e interagiva con sempre nuove popolazioni e nuove culture.